domenica 2 marzo 2014

Corte dei conti: in Sicilia un esercito di consulenti esterni



di STEFANIA GIUFFRE' 
PALERMO. Bacchettata della Corte dei Conti alla politica. In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Sezione giurisdizionale della magistratura contabile, il presidente Luciana Savagnone, punta l'indice contro la classe politica che "non riesce a dare risposte concrete -si legge nella relazione - ai bisogni dei cittadini, occupandosi prevalentemente di se stessa e, sempre più spesso, sottraendo ricchezza al paese, depredando nei più diversi modi, ed in questo la realtà supera la fantasia, le risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate alla crescita".
Savagnone parla del politico come un "privilegiato" perché "scelto ad esercitare le più alte funzioni dello Stato" e perché "gode di una retribuzione e di altri vantaggi economici certamente adeguati ai suoi bisogni".
Savagnone, nella relazione, parla della corruzione dettata "da una incontrollata smania di ricchezza e di potere". Corruzione che è "concausa determinante dell'impoverimento dell'intera nazione" e che in Sicilia "si intreccia con gli intessi dell'universo mafioso". Dal presidente Savagnone un invito alla politica e alla pubblica amministrazione, affinché "imparino ad amministrare e gestire se stesse, curando, attraverso un rigoroso controllo interno, il rispetto delle norme e delle regole". La relazione di Savagnone inoltre fa riferimento al "moltiplicarsi degli sprechi di denaro, spesso da parte di soggetti già condannati".

CONSULENTI ESTERNI. Sulle finanze precarie dei Comuni siciliani grava anche il peso dei consulenti esterni. Un esercito di esperti nelle materie più svariate è stato reclutato nonostante le norme che limitano il ricorso alla "esternalizzazione" di compiti e servizi, ha detto nella sua relazione il presidente della Corte dei conti per la Sicilia, Luciana Savagnone. In questi anni, ha segnalato la presidente, "amministratori e dirigenti hanno continuato a sperperare le pubbliche risorse attraverso il ricorso, senza che vi fossero i presupposti previsti dalle leggi in materia e senza alcuna giustificazione di raggiungimento di fini istituzionali, a professionalità esterne all'amministrazione". In molti casi l'ingiustificato ricorso ai consulenti ha provocato la condanna per danno erariale di sindaci, presidenti di province, amministratori di enti pubblici regionali. Il caso più eclatante riguarda il sindaco di Campobello di Mazara (Trapani), Ciro Caravà, che era stato arrestato per presunte collusioni con Cosa nostra. Il Comune era stato anche sciolto per infiltrazioni mafiose. Caravà è stato poi assolto definitivamente per l'accusa di mafia ma è stato condannato dalla Corte dei Conti a un maxi risarcimento di oltre 410 mila euro per la nomina di un numero esorbitante di consulenti. 

IL BILANCIO DELL'ATTIVITA'. Nel corso dell'inaugurazione il presidente della Corte dei Conti ha poi illustrato il bilancio dell'attività. «Con riferimento ai giudizi di responsabilità e di conto, è stata evidenziata una giacenza iniziale al 1 gennaio 2013 di 80 giudizi responsabilità, 178 giudizi di conto, 26 giudizi ad istanza di parte, 411 istanze di resa di conto. Nel corso dell'anno ne sono pervenuti: 117 di responsabilità, 8 conto, 4 ad istanza di parte, 1 provvedimento di urgenza (sequestro), 9 resa di conto. Sono stati definiti 127 giudizi di responsabilità, 7 di conto, 4 ad istanza di parte, 197 resa di conto, ed è stato emesso 1 provvedimento d'urgenza. La giacenza finale alla data del 31 dicembre 2013 ammontava a 70 giudizi di responsabilità, 179 di conto, 26 ad istanza di parte, 223 per resa di conto». Le udienze tenute nel 2013 sono state 44 e sono stati iscritti a ruolo 208 giudizi di responsabilità e 12 giudizi di conto. Sono state pronunciate 80 sentenze di condanna in materia di responsabilità, di cui 32 in favore di amministrazioni statali, 37 in favore di Enti locali e 11 in favore di Aziende sanitarie, e 31 sentenze di assoluzione. L'importo complessivo delle condanne è stato di 12.901.999,12 di euro. «Nel merito delle condanne - ha detto Savagnone - parecchie decisioni sono state emanate in materia di contributi comunitari per spreco di risorse da parte dei beneficiari ovvero di erogazione di contributi a soggetti privi dei requisiti previsti dalle norme». La Sezione si è anche occupata di giudizi concernenti l'illegittima nomina di consulenti esterni per lo svolgimento di compiti spettanti a personale in servizio, giacché nonostante le disposizioni normative che hanno imposto drastici limiti alla esternalizzazione di servizi e compiti, amministratori e dirigenti hanno continuato a sperperare le pubbliche risorse attraverso il ricorso, senza che vi fossero i presupposti previsti dalle leggi in materia e senza alcuna giustificazione di raggiungimento di fini istituzionali, a professionalità esterne all'amministrazione. Ancora, il presidente ha riferito delle decisioni assunte in materia di danno all'immagine subito dall'Amministrazione, in conseguenza della commissione dei reati definitivamente accertati con sentenza penale irrevocabile di condanna, pronunciata nei confronti di dipendenti per i delitti contro la pubblica amministrazione. Sono state ancora emesse sentenze per recuperi di somme pagate a titolo di risarcimento a soggetti privati danneggiati da errori sanitari commessi da medici in occasione dell'esercizio della professione mentre per quanto riguarda il settore dell'istruzione la Sezione si è occupata varie volte del danno erariale provocato dal comportamento di docenti che avevano conseguito incarichi di insegnamento sulla base di
titoli di studio rivelatisi falsi.

«Tutte le forme di illegalità perseguite hanno determinato la citazione in giudizio, nel 2013, di ben 297 soggetti per un danno erariale accertato e contestato pari ad euro 49.829.072,68». Lo ha detto il procuratore della Corte dei Conti Guido Carlino nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Si tratta, tuttavia, di un dato, pur nella sua significativa rilevanza quantitativa, - ha aggiunto - non interamente rappresentativo del danno che complessivamente subisce l'erario; non possono, infatti, trascurarsi sia la cifra oscura dell'illecito amministrativo, corrispondente ai molteplici fatti dannosi non denunciati, sia quelli accertati, ma non perseguibili, perché sussistono cause estintive del diritto al risarcimento del danno o perché l'elemento psicologico non raggiunge la soglia di intensità (dolo o colpa grave) prevista dalla legge». Nel 2013 il carico finale, di istruttorie è di 4351 in lieve diminuzione (-7%) rispetto all'omologo dato di inizio anno (4662). Nel corso dell'anno sono state aperte 6139 istruttorie (5450 nel 2012), sono stati eseguiti 3579 atti istruttori (richieste di atti, deleghe di indagini, audizioni personali ed accertamenti diretti) e sono stati emessi 6329 decreti di archiviazione, di cui  2070 in esito a  volgimento di attività istruttoria e 4259 per notizie di danno ritenute manifestamente infondate, per evidente assenza dei presupposti per l'esercizio dell'azione di competenza. «Le denunce di danno trasmesse dalle amministrazioni danneggiate - ha aggiunto Carlino - costituiscono, tuttavia, una limitata parte (24,2%) delle denunce pervenute, dovendosi ancora registrare una frequente violazione dell'obbligo da parte dei soggetti tenuti ex lege a tale adempimento, nonostante le conseguenze, a carico del soggetto inadempiente, anche sul piano patrimoniale». Numerose (9%) sono state, invece, le istruttorie aperte a seguito di denuncia da parte di cittadini, movimenti politici o sindacali, imprese, organi  professionali ovvero sulla base di notizie stampa. 

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