Il sanguinario camorrista sta scontando l'ergastolo anche per la strage degli immigrati di Castelvoltuno
IL PENTITO: ORGANIZZO' LUI LA STRAGE | Video
Sarà, infatti, il giudice del tribunale di Sorveglianza di Milano, per competenza, a decidere - in base all’istanza e alla documentazione presentata - se accogliere o meno la richiesta del killer conosciuto come «O’ cecato» che sarà vagliata nell’udienza del prossimo 27 settembre. A causa di una «patologia retinica», a Setola furono concessi gli arresti domiciliari, ma dopo otto mesi di cure in una clinica di Pavia, evase nel 2008 facendo perdere le sue tracce fino all’arresto avvenuto nel gennaio del 2009.
Una «fuga» che ha dato vita a un’inchiesta che è costata anche una incriminazione del suo legale, Girolamo Casella e del consulente medico della difesa, Aldo Fronterrè. Setola, come raccontano i vari collaboratori di giustizia, aveva avuto un abbassamento della vista perché da ragazzo gli finì della calce in un occhio.
di Biagio Salvati
Spietato e sanguinario. Autore e «regista» del massacro di San Gennaro a Castelvolturno, dove cinque anni fa furono uccisi sei ghanesi, è Giuseppe Setola - che tra il suo gruppo godrebbe della considerazione di un criminale psicopatico - che insiste sulla sua presunta cecità e chiede la sospensione della pena (tre ergastoli) che sta scontando nel carcere milanese di Opera. Oreste Spagnuolo, pentito, raccontò alla giornalista Daniela De Crescenzo, nelle sue "Confessioni di un killer" come fu organizzato e gestito la strage dei ghanesi, strage mafiosa e razzista. Che Setola, ci veda o no come garantisce il soprannome che porta da una vita ("'O cecato"), fosse in grado di organizzare un massacro pare evidente.IL PENTITO: ORGANIZZO' LUI LA STRAGE | Video
Sarà, infatti, il giudice del tribunale di Sorveglianza di Milano, per competenza, a decidere - in base all’istanza e alla documentazione presentata - se accogliere o meno la richiesta del killer conosciuto come «O’ cecato» che sarà vagliata nell’udienza del prossimo 27 settembre. A causa di una «patologia retinica», a Setola furono concessi gli arresti domiciliari, ma dopo otto mesi di cure in una clinica di Pavia, evase nel 2008 facendo perdere le sue tracce fino all’arresto avvenuto nel gennaio del 2009.
Una «fuga» che ha dato vita a un’inchiesta che è costata anche una incriminazione del suo legale, Girolamo Casella e del consulente medico della difesa, Aldo Fronterrè. Setola, come raccontano i vari collaboratori di giustizia, aveva avuto un abbassamento della vista perché da ragazzo gli finì della calce in un occhio.
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