giovedì 20 dicembre 2012

Sviluppi inquietanti sulla morte di De Grazia


Avvelenato l'uomo delle indagini sulla Jolly rosso

 
Natale De Grazia, il capitano che indagava sulla Jolly Rosso, la nave dei veleni abbandonata il 14 dicembre 1990 sulla spiaggia di Amantea, non sarebbe morto per arresto cardiocircolatorio ma per avvelenamento. Ad affermarlo è Ermete Realacci responsabile della green economy del Pd che ha annunciato una interrogazione paralmentare per far luce sulla circostanza

ROMA – «Il Capitano Natale De Grazia sarebbe morto avvelenato e non per arresto cardiocircolatorio. La punta di diamante del pool di inquirenti di Reggio Calabria, morto 17 anni fa, mentre indagava sulla motonave Jolly Rosso, la cosiddetta 'nave dei veleni' sarebbe stato quindi vittima di un omicido». Lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, annunciando un’interrogazione parlamentare sulle indiscrezione circa il presunto avvelenamento del Capitano De Grazia. «Secondo quanto si apprende da indiscrezioni stampa in merito ad una perizia nelle mani della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Ciclo dei rifiuti – prosegue realacci – sarebbe stata rilevata la presenza di elementi tossici nel corpo del capitano, gettando un’ombra ancora più cupa su una delle vicende più buie delle nostra storia recente e delle ecomafie. Tanto che sulla morte di De Grazia e sulle cosiddette 'navi dei velenì da anni si concentrano i sospetti di associazioni ambientaliste e comitati di cittadini. Per fare luce su uno dei più inquietanti misteri italiani e per sapere cosa intendano fare qualora le dichiarazioni contenute nella perizia siano confermate – conclude – ho presentato, insieme all’On. Bratti, un’interrogazione parlamentare» e «nel caso sia confermata la perizia, chiediamo inoltre la riapertura dell’inchiesta sulla morte di De Grazia per rendere giustizia a questo servitore dello Stato» andando «sino in fondo nell’accertamento della verità anche sulla gravissima vicenda delle navi dei veleni».

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