C'è anche la Red Bull per Renzo Bossi
In nota spese gratta e vinci e cartucce da fucile. Coinvolti i capigruppo di Pdl e Lega Valentini e Galli. Formigoni: nessun Batman
di Claudia Guasco
MILANO - C’è chi, come il presidente del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti, un sabato di agosto del 2008 pranza a Cogoleto, località balneare della riviera ligure, e mette i 168 euro della ricevuta in nota spese. Oppure il consigliere che scarica gli scontrini delle michette comprate ogni giorno in panetteria e chi invece presenta il conto della carne del macellaio.
Nelle liste stilate dai magistrati di Milano che indagano sull’utilizzo illecito dei rimborsi dei gruppi consiliari al Pirellone c’è di tutto: le cene di pesce dei politici che amano la bella vita e i biglietti del gratta e vinci del collega che tenta la fortuna, lecca lecca, computer e fuochi d’artificio cinesi per Capodanno.
Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del nucleo di polizia tributaria si sono presentati in Regione con un decreto di esibizione di documenti, acquisendo i rendiconti di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011.
E adesso tutte le spese pazze o quantomeno inopportune fatte dai consiglieri con il denaro pubblico sono nero su bianco: su ogni riga viene riportata la data, il luogo, l’ammontare e la tipologia del pagamento. Così spuntano le birre bevute di sera al pub dal consigliere Alessandro Marelli, pranzi ad agosto in ristoranti affacciati sul mare, bollette della Telecom, telefoni e pizze. Tutto pagato dai contribuenti. Senza alcuno scrupolo Renzo Bossi, il figlio del Senatur, si fa rimborsare «una quantità impressionate» di Red Bull, la bibita energizzante, sigarette e giochi elettronici (predilige quelli di guerra) di Mediaworld. Nella sua nota spese compaiono diversi pranzi, ma anche scontrini di autogrill per cifre minuscole.
SEMOLINO E TAXIVariegata e decisamente bizzarra la lista della spesa del consigliere leghista Pierluigi Toscani. Appassionato cacciatore, compra delle cartucce per il suo fucile alla Muninord, paga 752 euro e si fa rimborsare dal suo gruppo al Pirellone. Il suo carrello della spesa spazia con disinvoltura da un genere all’altro. Nel 2010 spende ben «7.809 euro», con voci tipo «consumazioni» effettuate la domenica per 115 euro. Ma scarica anche «cono medio e coppetta media di gelato», gelati in generale per 90 euro, «lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, zucchero semolato, farina, cracker e biscotti, frutta e ortaggi».
Oltre a salsicce di Norimberga, 63 euro di merendine, 77 euro di pasticcini, due gratta e vinci per 14,75 euro, quattro pizze da asporto per 27 euro e ostriche (127 euro). Giuseppe Gammario del Pdl, già indagato per una presunta mazzetta da 10 mila euro, è indispettito dal fatto di non avere un’auto blu, quindi nel 2011 si fa rimborsare taxi e vetture a noleggio per 27.500 euro. Cecchetti riunisce trentotto ospiti un sabato di maggio e offre un pranzo da 874 euro, un’altra volta dà appuntamento a venti persone in un locale dal nome decisamente appropriato, «La Mangiatoia».
Non si sa quanto l’evento conviviale sia costato ai cittadini lombardi, dal momento che lo scontrino è illeggibile. Di certo si sa che il presidente del consiglio regionale ha acquistato un computer Acer per 1.536,49 euro e ha ricaricato il telefono a colpi di 255 euro, ha lasciato 33 euro alla cassa del bar e si è spostato di frequente sulla tratta Milano-Bologna (35 euro a viaggio). Il padano Alessandro Marelli invece compra «giocattoli, aerei di carta per 15,59 euro, carne e tre Ipad in tre mesi». Ama godersi la notte milanese e non esita a scaricare «57 euro» di «varie e bar» con scontrino dell’una di notte, oltre a «10 birre» più stuzzichini.
Non solo: i botti con cui il consigliere del Carroccio ha festeggiato l’anno nuovo, provenienti da un negozio di chinatown, sono stati gentilmente offerti dagli elettori.
MISTER 190 MILA EURO
Così è soprannominato il capogruppo del Pdl Paolo Valentini. A tanto, sostengono gli inquirenti, ammontano le sue spese dal 2008 al 2012. Come si legge nell’avviso a comparire, «si appropriava della somma complessiva di euro 118.577 di cui aveva in qualità di consigliere regionale la disponibilità ai sensi della legge regionale, effettuando spese estranee all’espletamento del mandato».
Nel dettaglio le ricevute messe i fila dagli investigatori comprendono: una «cena da 1.560 euro per sei coperti nel dicembre 2008 al ristorante Le buone cose bistrot», conti da Berti fino a 584 euro e cene ’a Riccione che sfioravano i 300 euro. E ancora: una webcam, almeno cinque computer e una bolletta del telefonino da 1.428 euro per i mesi di aprile e maggio del 2009. Nel 2008 gli investigatori registrano spese a suo nome per 33mila euro, nel 2009 per 53mila euro e l’anno successivo per 31mila euro.
Nelle liste stilate dai magistrati di Milano che indagano sull’utilizzo illecito dei rimborsi dei gruppi consiliari al Pirellone c’è di tutto: le cene di pesce dei politici che amano la bella vita e i biglietti del gratta e vinci del collega che tenta la fortuna, lecca lecca, computer e fuochi d’artificio cinesi per Capodanno.
Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del nucleo di polizia tributaria si sono presentati in Regione con un decreto di esibizione di documenti, acquisendo i rendiconti di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011.
E adesso tutte le spese pazze o quantomeno inopportune fatte dai consiglieri con il denaro pubblico sono nero su bianco: su ogni riga viene riportata la data, il luogo, l’ammontare e la tipologia del pagamento. Così spuntano le birre bevute di sera al pub dal consigliere Alessandro Marelli, pranzi ad agosto in ristoranti affacciati sul mare, bollette della Telecom, telefoni e pizze. Tutto pagato dai contribuenti. Senza alcuno scrupolo Renzo Bossi, il figlio del Senatur, si fa rimborsare «una quantità impressionate» di Red Bull, la bibita energizzante, sigarette e giochi elettronici (predilige quelli di guerra) di Mediaworld. Nella sua nota spese compaiono diversi pranzi, ma anche scontrini di autogrill per cifre minuscole.
SEMOLINO E TAXIVariegata e decisamente bizzarra la lista della spesa del consigliere leghista Pierluigi Toscani. Appassionato cacciatore, compra delle cartucce per il suo fucile alla Muninord, paga 752 euro e si fa rimborsare dal suo gruppo al Pirellone. Il suo carrello della spesa spazia con disinvoltura da un genere all’altro. Nel 2010 spende ben «7.809 euro», con voci tipo «consumazioni» effettuate la domenica per 115 euro. Ma scarica anche «cono medio e coppetta media di gelato», gelati in generale per 90 euro, «lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, zucchero semolato, farina, cracker e biscotti, frutta e ortaggi».
Oltre a salsicce di Norimberga, 63 euro di merendine, 77 euro di pasticcini, due gratta e vinci per 14,75 euro, quattro pizze da asporto per 27 euro e ostriche (127 euro). Giuseppe Gammario del Pdl, già indagato per una presunta mazzetta da 10 mila euro, è indispettito dal fatto di non avere un’auto blu, quindi nel 2011 si fa rimborsare taxi e vetture a noleggio per 27.500 euro. Cecchetti riunisce trentotto ospiti un sabato di maggio e offre un pranzo da 874 euro, un’altra volta dà appuntamento a venti persone in un locale dal nome decisamente appropriato, «La Mangiatoia».
Non si sa quanto l’evento conviviale sia costato ai cittadini lombardi, dal momento che lo scontrino è illeggibile. Di certo si sa che il presidente del consiglio regionale ha acquistato un computer Acer per 1.536,49 euro e ha ricaricato il telefono a colpi di 255 euro, ha lasciato 33 euro alla cassa del bar e si è spostato di frequente sulla tratta Milano-Bologna (35 euro a viaggio). Il padano Alessandro Marelli invece compra «giocattoli, aerei di carta per 15,59 euro, carne e tre Ipad in tre mesi». Ama godersi la notte milanese e non esita a scaricare «57 euro» di «varie e bar» con scontrino dell’una di notte, oltre a «10 birre» più stuzzichini.
Non solo: i botti con cui il consigliere del Carroccio ha festeggiato l’anno nuovo, provenienti da un negozio di chinatown, sono stati gentilmente offerti dagli elettori.
MISTER 190 MILA EURO
Così è soprannominato il capogruppo del Pdl Paolo Valentini. A tanto, sostengono gli inquirenti, ammontano le sue spese dal 2008 al 2012. Come si legge nell’avviso a comparire, «si appropriava della somma complessiva di euro 118.577 di cui aveva in qualità di consigliere regionale la disponibilità ai sensi della legge regionale, effettuando spese estranee all’espletamento del mandato».
Nel dettaglio le ricevute messe i fila dagli investigatori comprendono: una «cena da 1.560 euro per sei coperti nel dicembre 2008 al ristorante Le buone cose bistrot», conti da Berti fino a 584 euro e cene ’a Riccione che sfioravano i 300 euro. E ancora: una webcam, almeno cinque computer e una bolletta del telefonino da 1.428 euro per i mesi di aprile e maggio del 2009. Nel 2008 gli investigatori registrano spese a suo nome per 33mila euro, nel 2009 per 53mila euro e l’anno successivo per 31mila euro.
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