Colpita anche alla schiena mentre cercava di fuggire
di Claudio Coluzzi
SAN FELICE A CANCELLO - Nove coltellate. Al collo, al petto e poi alla schiena mentre la moglie cercava di sottrarsi alla furia omicida. Così domenica pomeriggio Giovanni Venturano, fruttivendolo di 27 anni ha ucciso la moglie Giovanna De Lucia in preda ad un raputus di gelosia.
I carabinieri della compagnia di Maddaloni, guidati dal capitano Giuseppe Nardò, hanno ricostruito con precisione la dinamica dei fatti e avuto conferma del movente. La gelosia appunto. Lui accusava la moglie di avere una relazione extraconiugale, i rapporti tra i due non erano più buoni da tempo. Per questo Giovanna lo aveva lasciato, trasferendosi a casa della madre con i tre figli.
Domenica, intorno alle 15 il fruttivendolo era andato a trovare la moglie per un chiarimento. Si erano chiusi soli in una stanza per discutere. I familiari di Giovanna erano in cucina. Ad un certo punto hanno sentito delle urla, rumori di mobili spostati, si sono precipitati nella stanza ed hanno trovato la donna a terra completamente coperta di sangue, immobile. Anche lui era ferito.
Immediato l’allarme ai carabinieri che hanno fatto giungere sul posto un’ambulanza del 118. Giovanna appariva in condizioni gravissime. Era stata colpita ripetutamente dal marito con una lama di almeno 20 centimetri alla gola, al petto e poi di nuovo alla schiena mentre tentava di sfuggire alla sua furia.
Anche nel breve tragitto verso l’ospedale di Maddaloni ha continuato a perdere molto sangue. I medici hanno fatto l’impossibile per salvarle la vita ma, purtroppo, intorno alle 18, il suo cuore ha cessato di battere mentre era assistita nel reparto di rianimazione.
Il marito, dopo aver aggredito la donna, ha rivolto la stessa arma contro se stesso ma non ha avuto il coraggio di uccidersi. Si è procurato un taglio alla gola e all’addome e per questo è stato anche lui ricoverato. Dimesso con una prognosi di dieci giorni è stato rinchiuso nel carcere di S. Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio.
Venturano, residente ad Acerra, è noto nella frazione Polvica di San Felice, dove ha il negozio di frutta e dove c’è l'abitazione della suocera all'interno della quale si è consumato il dramma. I tre figli della coppia sono ora affidati proprio alla nonna. Una donna contro cui il destino sembra essersi accanito. Infatti dodici anni fa il marito e padre di Giovanna, Luigi De Lucia, fu infatti ucciso con un fucile da caccia insieme alla sorella e a due nipoti da un parente, Antonio Gagliardi, per questioni di vicinato, in particolare per la costruzione di un pollaio di cui l'omicida non voleva assolutamente sapere.
Domenica un’altra orribile tragedia in famiglia con la morte della donna la cui salma verrà restituita alla famiglia per i funerali non appena terminati gli esami necroscopici presso l’Istituto di medicina legale di Caserta.
I carabinieri della compagnia di Maddaloni, guidati dal capitano Giuseppe Nardò, hanno ricostruito con precisione la dinamica dei fatti e avuto conferma del movente. La gelosia appunto. Lui accusava la moglie di avere una relazione extraconiugale, i rapporti tra i due non erano più buoni da tempo. Per questo Giovanna lo aveva lasciato, trasferendosi a casa della madre con i tre figli.
Domenica, intorno alle 15 il fruttivendolo era andato a trovare la moglie per un chiarimento. Si erano chiusi soli in una stanza per discutere. I familiari di Giovanna erano in cucina. Ad un certo punto hanno sentito delle urla, rumori di mobili spostati, si sono precipitati nella stanza ed hanno trovato la donna a terra completamente coperta di sangue, immobile. Anche lui era ferito.
Immediato l’allarme ai carabinieri che hanno fatto giungere sul posto un’ambulanza del 118. Giovanna appariva in condizioni gravissime. Era stata colpita ripetutamente dal marito con una lama di almeno 20 centimetri alla gola, al petto e poi di nuovo alla schiena mentre tentava di sfuggire alla sua furia.
Anche nel breve tragitto verso l’ospedale di Maddaloni ha continuato a perdere molto sangue. I medici hanno fatto l’impossibile per salvarle la vita ma, purtroppo, intorno alle 18, il suo cuore ha cessato di battere mentre era assistita nel reparto di rianimazione.
Il marito, dopo aver aggredito la donna, ha rivolto la stessa arma contro se stesso ma non ha avuto il coraggio di uccidersi. Si è procurato un taglio alla gola e all’addome e per questo è stato anche lui ricoverato. Dimesso con una prognosi di dieci giorni è stato rinchiuso nel carcere di S. Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio.
Venturano, residente ad Acerra, è noto nella frazione Polvica di San Felice, dove ha il negozio di frutta e dove c’è l'abitazione della suocera all'interno della quale si è consumato il dramma. I tre figli della coppia sono ora affidati proprio alla nonna. Una donna contro cui il destino sembra essersi accanito. Infatti dodici anni fa il marito e padre di Giovanna, Luigi De Lucia, fu infatti ucciso con un fucile da caccia insieme alla sorella e a due nipoti da un parente, Antonio Gagliardi, per questioni di vicinato, in particolare per la costruzione di un pollaio di cui l'omicida non voleva assolutamente sapere.
Domenica un’altra orribile tragedia in famiglia con la morte della donna la cui salma verrà restituita alla famiglia per i funerali non appena terminati gli esami necroscopici presso l’Istituto di medicina legale di Caserta.
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