venerdì 15 febbraio 2013

Camorra, i "gioielli" vanno all'asta

La storia criminale nei sotterranei
 
 
 
di Giuseppe Crimaldi
 
NAPOLI - La prima sensazione è di smarrimento. Poi ti prende un senso di vertigine, come se guardassi giù, verso il fondo del pozzo di San Patrizio. Sarà per via della profondità dei luoghi, o forse per la polvere che si solleva e che inevitabilmente finisci per respirare: fatto sta che, ancor prima di cominciare, la visita all’interno dell’Ufficio corpi di reato del Tribunale di Napoli si trasforma in un viaggio ai confini con la realtà. C’è di tutto: dal testone bronzeo del Duce, che venne confiscato all’ex parlamentare Massimo Abbatangelo, ai dipinti della Scuola di Posillipo; fino alle armi utilizzate per gli agguati di camorra.

Sulla vicenda interviene con una nota il giudice Carlo Spagna.
“Le armi confiscate alla criminalità comune o organizzata al termine di procedimenti giudiziari e custodite nell'Ufficio corpi di reato non vengono vendute all'asta”. Lo sottolinea in una nota il giudice Carlo Spagna, delegato alla gestione dell'Ufficio corpi di reato presso il tribunale di Napoli. «Nessuna arma - scrive Spagna - è, né può essere, reimmessa nei circuiti commerciali essendo nella disponibilità della Direzione nazionale di Artiglieria che ha compiti di conservazione anche per le eventuali ulteriori indagini che l'autorità giudiziaria, pur a distanza di anni, si trova nella necessità di svolgere».

Nota a cui risponde il giornalista Giuseppe Crimaldi:
Chiunque legga l’articolo che ho firmato, e per il quale rispondo, si renderà conto che non ho mai scritto che alle prossime due aste giudiziarie del 21 e 28 febbraio p.v. saranno messe all’incanto armi, e tantomeno armi utilizzate dalla camorra.

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