martedì 18 agosto 2009

Arrestato Giuseppe De Stefano capocosca della 'ndrangheta



'Ndrangheta, preso il boss De Stefano
Era fra i 30 latitanti più pericolosi


ROMA (18 agosto) - La polizia ha arrestato in Sicilia il presunto boss della 'ndrangheta Paolo Rosario De Stefano, 33 anni, inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi dal ministero dell'Interno. Ha una condanna confermatagli in appello ad otto anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso.

De Stefano, irreperibile dal 2005, è stato bloccato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria mentre era in vacanza a Taormina con la moglie e le tre figlie: era in una casa che aveva preso in affitto. Paolo De Stefano è figlio di Giorgio De Stefano, ucciso nella guerra di mafia che si scatenò negli anni '80 a Reggio Calabria, fratello di Paolo, anch'egli assassinato.

Paolo Rosario era l'ultimo dei latitanti della cosca De Stefano, un gruppo criminale che ha fatto la storia della 'ndrangheta, contrapposto al gruppo Imerti in una guerra di mafia che
negli anni '80 ha provocato centinaia di morti, tra cui i due capi storici della cosca, i fratelli Giorgio, padre di Paolo Rosario, e Paolo.

Cronaca'Ndrangheta: arrestato il boss De Stefano, era in vacanza a Taormina con la famigliaLa Polizia ha arrestato in Sicilia il presunto boss della 'ndrangheta Paolo Rosario De Stefano, di 33 anni, inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi del ministero dell'Interno. De Stefano, irreperibile dal 2005, è stato bloccato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria nella località turistica siciliana di Taormina dove stava trascorrendo le vacanze in compagna della moglie e delle tre figlie. È stato bloccato in una casa che aveva preso in affitto. Non era armato e non ha opposto resistenza all'arresto.

La famiglia - Paolo Rosario De Stefano era l'ultimo dei latitanti della cosca De Stefano. Un gruppo criminale che ha fatto la storia della 'ndrangheta, contrapposto al gruppo Imerti in una guerra di mafia che negli anni '80 ha provocato centinaia di morti tra cui i due capi storici della cosca, i fratelli Giorgio, padre di Paolo Rosario, e Paolo. De Stefano ha una condanna confermatagli in appello ad otto anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso ed era latitante da 4 anni.

Il procuratore di Reggio: "Decapitata l'ala operativa della cosca" - "Un ulteriore successo dell'attività investigativa degli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria, impegnati, al pari delle altre forze di polizia, nel contrasto alle grandi famiglie che hanno fatto la storia della 'ndrangheta''. Questo il commento del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha commentato. ''In quest'ultimo anno - ha aggiunto Pignatone - lo Stato ha ottenuto grandi risultati contro la 'ndrangheta, catturando un consistente numero di grandi latitanti, dagli Strangio ai Pelle ed ai Condello, assi portanti che raffigurano plasticamente l'autorità mafiosa sul territorio che lo Stato è riuscito a colpire duramente, acquisendone definitivamente in molti casi quei patrimoni che rimanevano spesso, malgrado le confische, nella loro disponibilità". Secondo il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, l'arresto di Paolo Rosario De Stefano "rappresenta il risultato un'attività investigativa complessa che non si è arrestata neppure nel periodo delle ferie. Con questa cattura possiamo dire che l'ala operativa della cosca De Stefano è stata decapitata".

I complimenti di Maroni - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, per congratularsi dell'operazione compiuta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, che ha portato all'arresto di Paolo De Stefano, appartenente alla 'ndrangheta calabrese, inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi e ricercato dal 2005.

Minniti (Pd): "Un arresto dal valore straordinario" -
''L'arresto di Paolo De Stefano, ultimo boss libero di gran peso dell'omonima e potentissima cosca, è una buona notizia e ha un valore straordinario". Lo afferma in una nota il responsabile sicurezza del Partito Democratico, Marco Minniti. "Straordinario, soprattutto - prosegue - perché si colloca dentro una strategia di scompaginamento dei gruppi dirigenti della 'ndrangheta che ha gia' assicurato alla giustizia molti grandi latitanti. Grazie alla magistratura e alla Squadra mobile di Reggio". "Arresto dei latitanti - conclude Minniti - e confisca dei patrimoni di origine mafiosa sono insieme due delle chiavi di volta per liberare la Calabria e il Mezzogiorno dal peso condizionante della criminalità organizzata".

18 agosto 2009

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