PALERMO. «Sono scandalizzato. È un'iniziativa senza precedenti, un unicum assoluto, una vicenda inquietante e sinistra»: non usa mezzi termini il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, segretario della giunta distrettuale dell'Anm, nel commentare l'apertura di un procedimento disciplinare a carico del collega Nino Di Matteo, uno dei pm che coordina l'indagine sulla trattativa Stato-mafia, e del procuratore Francesco Messineo. Il pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, titolare dell'azione disciplinare sui magistrati insieme al Guardasigilli, il 2 agosto scorso ha chiesto a Messineo chiarimenti su un'intervista rilasciata da Di Matteo.
Nel botta e risposta col giornalista il magistrato rivendicava la fondatezza dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e bacchettava i silenzi di chi nelle istituzioni con reticenze o incomprensibili ritardi« ha di fatto ostacolato la ricerca della verita». Parole pesanti che per il pg, che ha delegato l'istruttoria al sostituto Mario Fresa, entrerebbero nel merito di indagini riservate. Ma non solo: la legge Mastella prevede che i pm e gli aggiunti possano rilasciare dichiarazioni solo dietro espressa autorizzazione del capo della Procura. Perciò Ciani ha chiesto a Messineo se abbia autorizzato Di Matteo a rilasciare l'intervista e, qualora, cio «non fosse avvenuto, perche» non ha segnalato il caso.
Nè Messineo, che sta preparando la risposta da inviare alla Procura generale, nè Di Matteo vogliono commentare la vicenda, ma di fatto entrambi, per motivi diversi, rischiano ora un' incolpazione davanti al Csm e l'avvio formale del procedimento disciplinare. Dell'ennesimo caso che vede i pm di Palermo protagonisti discuterà stasera la Giunta distrettuale dell'Associazione Nazionale Magistrati.
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