LATINA - Lo avevano individuato un giro per Latina entrare in contatto con personaggi della criminalità locale. Poi nei riguardi del giovane robusto e tatuato arrivato dalla Campania è stato spiccato un ordine di carcerazione dai magistrati di Napoli. Maurizio Virente è stato arrestato, ieri sera a Roma, dagli investigatori della Squadra mobile di Latina.
Gli uomini coodinati dal Primo dirigente Cristiano Tatarelli lo hanno rintracciato, in via Benaglia, a Trastevere. Virente, nato a Napoli nel 1974, era colpito da Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli il 2 luglio 2012 per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento e altro.
Maurizio Virente è un elemento di spicco del clan Casella-Circone operante nei quartieri di Poggioreale e Ponticelli in Napoli. Il 10 luglio scorso era sfuggito alla cattura nel corso di un blitz che aveva portato all’arresto di 18 persone responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione e danneggiamento seguito da incendio, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di odio razziale.
Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli sono stati documentati gli affari illeciti del clan, soprattutto estorsioni a imprenditori della zona, identificato personaggi dediti alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubate, nonché accertato, scoprendone i responsabili, i motivi dell'incendio appiccato a un campo nomadi di Poggioreale il 2 dicembre 2010. Alla base del gesto, per gli inquirenti, l'odio razziale: gli affiliati, infatti, volevano distruggere l'insediamento per evitare che i bambini nomadi continuassero a frequentare le stesse scuole dei figli.
Maurizio Virente, godendo dell’appoggio di soggetti residenti a Latina, era riuscito a rendersi irreperibile e a sfuggire alla cattura. La sua presenza nel capoluogo pontino non era però passata inosservata agli investigatori della Mobile di Latina, che, nel corso di mirati servizi di controllo, avevano notato il pregiudicato in compagnia di una donna , già nota per i suoi trascorsi giudiziari e per i suoi legami con pregiudicati locali, tra i quali il defunto Massimiliano Moro, assassinato nel gennaio 2010.
Alla luce di ciò, al fine di porre termine alla latitanza di Maurizio Virente, sono state avviate mirate indagini volte a verificare se la donna potesse avere ancora rapporti con lui. L’intuizione investigativa si rivelava esatta e, attraverso una serie di pedinamenti, nella tarda serata di ieri a Roma, nella zona di Trastevere, si riusciva a bloccare il latitante mentre s'incontrava proprio con la donna di Latina che gli stava consegnando una somma di denaro (mille euro).
Alla luce di ciò, si procedeva all’arresto del latitante campano in esecuzione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dai magistrati di Napoli. In cella a Rebibbia anche A. D., 45 anni, la donna di Latina, accusata di favoreggiamento aggravato.
Gli uomini coodinati dal Primo dirigente Cristiano Tatarelli lo hanno rintracciato, in via Benaglia, a Trastevere. Virente, nato a Napoli nel 1974, era colpito da Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli il 2 luglio 2012 per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento e altro.
Maurizio Virente è un elemento di spicco del clan Casella-Circone operante nei quartieri di Poggioreale e Ponticelli in Napoli. Il 10 luglio scorso era sfuggito alla cattura nel corso di un blitz che aveva portato all’arresto di 18 persone responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione e danneggiamento seguito da incendio, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di odio razziale.
Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli sono stati documentati gli affari illeciti del clan, soprattutto estorsioni a imprenditori della zona, identificato personaggi dediti alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubate, nonché accertato, scoprendone i responsabili, i motivi dell'incendio appiccato a un campo nomadi di Poggioreale il 2 dicembre 2010. Alla base del gesto, per gli inquirenti, l'odio razziale: gli affiliati, infatti, volevano distruggere l'insediamento per evitare che i bambini nomadi continuassero a frequentare le stesse scuole dei figli.
Maurizio Virente, godendo dell’appoggio di soggetti residenti a Latina, era riuscito a rendersi irreperibile e a sfuggire alla cattura. La sua presenza nel capoluogo pontino non era però passata inosservata agli investigatori della Mobile di Latina, che, nel corso di mirati servizi di controllo, avevano notato il pregiudicato in compagnia di una donna , già nota per i suoi trascorsi giudiziari e per i suoi legami con pregiudicati locali, tra i quali il defunto Massimiliano Moro, assassinato nel gennaio 2010.
Alla luce di ciò, al fine di porre termine alla latitanza di Maurizio Virente, sono state avviate mirate indagini volte a verificare se la donna potesse avere ancora rapporti con lui. L’intuizione investigativa si rivelava esatta e, attraverso una serie di pedinamenti, nella tarda serata di ieri a Roma, nella zona di Trastevere, si riusciva a bloccare il latitante mentre s'incontrava proprio con la donna di Latina che gli stava consegnando una somma di denaro (mille euro).
Alla luce di ciò, si procedeva all’arresto del latitante campano in esecuzione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dai magistrati di Napoli. In cella a Rebibbia anche A. D., 45 anni, la donna di Latina, accusata di favoreggiamento aggravato.
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