martedì 23 luglio 2013

L’inchiesta include casi di rimborso agli enti di formazione per contratti su immobili non pronti. Per l’accusa società di comodo gestivano gli acquisti e i centri pagavano canoni fuori mercato

 

di EMILIO PINTALDI
PALERMO. Avrebbero acquistato, secondo la procura, come Centro servizi 2000, il rustico di un immobile, pagandolo in parte con i soldi dell'Aram, ente di formazione professionale e, dopo averlo completato, lo avrebbero dato in affitto a cifre considerate fuori mercato dai periti dei pubblici ministeri, allo stesso ente professionale. E in più avrebbero siglato, sempre secondo la procura, i contratti di affitto con due enti professionali, prima che l'immobile, acquistato a rustico, venisse completato. Ci sono una serie di singolari episodi e di scatole cinesi all'interno dell'inchiesta su tre centri di formazione di Messina.
Ricco di particolari è il capitolo relativo all'Aram, l'ente che fa riferimento ad uno degli indagati finiti agli arresti domiciliari, Elio Sauta, ex consigliere comunale Pd, dell'area Genovese. Nel 2004 la centro Servizi 2000, società che secondo i magistrati rappresentava un'istituzione di comodo rispetto agli enti di formazione Aram e Lumen, acquistò il rustico di un immobile nella zona di Cristo Re dalla congregazione dei padri rogazionisti. L'edificio è ora finito tra i beni sequestrati dalla guardia di finanza. A richiedere alla banca, spiegano i magistrati, probabilmente per conto del marito Elio Sauta, 7 assegni circolari per 325 mila euro in favore della congregazione dei padri rogazionisti è un'altra delle persone indagate, Graziella Feliciotto, amministratrice della Centro servizi 2000. I soldi serviti, a coprire gli assegni emessi dalla banca, secondo gli investigatori, sarebbero arrivati in parte dai conti dell'Aram. Anzi, 58 mila euro sarebbero addirittura stati prelevati in contanti dai due coniugi. Sauta e la moglie, durante i primi accertamenti, avrebbero invece spiegato che quei soldi servirono a pagare delle consulenze effettuate per conto dell'ente di formazione. Secondo la guardia di finanza, invece, i soldi, che venivano dalla Regione per finanziare i corsi, sarebbero stati utilizzati per l'operazione immobiliare. E avrebbero finanziato l'acquisto della Centro servizi 2000. Ma quello che ha attirato ancora di più l'attenzione è il fatto che quegli appartamenti del viale Principe Umberto, lo stesso immobile acquistato con fondi presumibilmente arrivati dall'Aram, sarebbe stato poi ceduto a prezzi considerati esorbitanti, in affitto, alla stessa Aram. La Regione quindi avrebbe pagato in maniera salata quello che poi veniva presentato sotto forma di costi di gestione. L'immobile veniva venduto alla cifra di 671 mila euro. I soldi rimanenti li metteva la Centro servizi. Si trattava però di un ampio immobile ancora allo stato rustico. Il completamento avveniva successivamente, con altri 652 mila euro che la Centro servizi pagava alla società Geimm Srl, amministrata da Francesco Rinaldi, deputato regionale del Pd e cognato del parlamentare Francantonio Genovese. Secondo il pubblico ministero, la Centro servizi, sarebbe stata amministrata da Graziella Feliciotto e Chiara Schirò, moglie di Genovese. Tutte le fatture della Geimm sarebbero state pagate per cassa, cioè in contanti. C'è da dire che la Geimm è socia a sua volta della Centro servizi 2000.
L'immobile sarebbe stato completato nel 2008 ma la procura segnala che mai avrebbe ricevuto il certificato di agibilità né mai avrebbe richiesto la certificazione dei vigili del fuoco di prevenzione incendio. La comunicazione di fine lavori sarebbe stata data il 4 febbraio 2008 ma i contratti di affitto tra Centro servizi, Aram e Lumen sarebbero invece partiti nel 2006. La Centro servizi avrebbe dunque ceduto una parte di quell'immobile, teoricamente ancora non completato, ai due enti di formazione. Con il contratto registrato nel settembre del 2006, la Centro servizi affittava in uso esclusivo all'Aram, per il periodo compreso tra l'agosto del 2006 e l'agosto del 2012, un totale di 14 aule non arredate e l'uso dei servizi igienici al canone annuo di 130 mila euro più Iva compresi i consumi idrici ed elettrici. L'affitto veniva rinnovato il 10 agosto del 2012 dalla Centro servizi, che intanto aveva cambiato amministratore, per altri sei anni, al prezzo di 157 mila euro annui. Altro contratto alla Lumen, 5 aule non arredate dal 2006 per sei anni a 50 mila euro annui. Il 2 gennaio del 2009 il contratto veniva rinnovato, aggiungendo all'offerta altri tre vani e portando il prezzo a 70 mila euro annui.
L'avvocato Nino Favazzo, che difende le sorelle Chiara ed Elena Schirò (quest’ultima moglie di Rinaldi), preferisce non fare dichiarazioni, ma assicura: «Chiariremo ogni cosa che riguarda l'acquisto di quell'immobile durante la fase degli interrogatori». L'avvocato Alberto Gullino, che difende Sauta è sulla stessa lunghezza d'onda, ma aggiunge. «Dobbiano leggere migliaia di pagine. Valutare con calma e controbattere. Ci sono delle incongruenze. Abbiamo bisogno di tempo».

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