venerdì 16 novembre 2012

Faida Scampia/ Joe Banana confida:

«Questa guerra durerà altri 50 anni»


NAPOLI - Le braccia muscolose le ha piene di tatuaggi. Parla in dialetto in slang stretto, alternato a frasi forzate in italiano. Rosario Guarino fa parte della generazione figlia di quei capi che animarono la prima faida di Scampia. A Vanella Grassi lo chiamano Joe Banana da quando era adolescente. Niente a che vedere con il famoso boss americano Joseph Bonanno, detto Bananas, dei primi del Novecento. Il soprannome affibbiatogli dai «compagni» è legato al film di Steno del 1982 Banana Joe, interpretato da Bud Spencer. Mangiava molte banane, Guarino, ed era anche molto grasso, così gli amici gli dissero: «Uà, ti stai facendo troppo chiatto. Mangi troppe banane, come a Bud Spencer nel film».

Il soprannome è etichetta duratura, che identifica in certi ambienti più di un nome anagrafico. Da anni, Rosario Guarino è Joe Banana. Quando gli agenti lo hanno arrestato, non si è scomposto. Si è lasciato però andare, con pacatezza, a considerazioni. Forse per stemperare la tensione. Considerazioni da capo: «Quando io uscirò, voi sarete andati tutti in pensione, lo so».

Poi su Scampia e la faida: «Questa è una guerra trasversale che andrà avanti per altri 50 anni, senza regole. Non stiamo comandando più un cazzo, siete voi poliziotti che ci state distruggendo». E poi Secondigliano, il quartiere che con il clan Licciardi riuscì negli anni Novanta a diventare egemone nelle geografie della camorra cittadina prima dominata dai gruppi del centro storico, come i Giuliano di Forcella. L’area nord, periferia del degrado della 167 e della disperazioni di drogati in cerca di dosi nei pressi del Sert aperto in quell’area per la distribuzione del metadone ai tossicodipendenti da disintossicare. Periferia nord, dominio di gruppi di spaccio in aree assegnate, sotto il controllo dei clan.

Chi ci è nato e ci è cresciuto, attratto dai guadagni della droga e dalla sottocultura dei clan, si è nutrito del mito del quartiere. Joe Banana ne è figlio e ricorda un’altra Secondigliano, quella dei Licciardi o di Aniello La Monica, poi anche di Paolo Di Lauro. Allora era un ragazzino, ma con gli agenti Guarino si è sfogato: «C’è una guerra tra noi di Secondigliano, ma prima eravamo davvero tutti uniti. Una cosa sola».

Nei documenti giudiziari, viene considerato un capo con Mario Riccio e Antonio Mennetta. Nell’ordinanza di custodia cautelare del marzo scorso, i magistrati lo accusano di essere tra i promotori dei «girati» che si contrappongono al clan Amato, storico gruppo di scissionisti. Sono i rampanti, i giovani di Vanella Grassi una volta legati al clan Di Lauro. Poi divennero scissionisti e in seguito scissionisti degli scissionisti, alleati di nuovo dei Di Lauro.

Rosario Guarino è tra i più decisi. Nelle informative di polizia e nelle indagini della Dda napoletana lo considerano responsabile, mandante o esecutore, di non meno di una decina di omicidi. Per ora, nell’unica ordinanza firmata nei suoi confronti, quella per cui era latitante, figura solo l’accusa di associazione camorristica.

Per interrogarlo, il pm Maurizio De Marco è tornato da una missione in Spagna. È la dimostrazione che l’arresto di Joe Banana viene considerato tappa importante nelle indagini sulla seconda faida di Scampia. All’appello, però, mancano ancora gli altri quattro.

g.d.f.

1 commento:

  1. pezzo di merda infame prima ammazzi gente e poi dopo ti pisci addosso cornuto che non sei altro devi fare la peggior morte che possa esistere

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