Coinvolte nel traffico e spaccio di droga
Il pm distrettuale ha avanzato la sua richiesta di condanna per 45 persone che hanno chiesto il giudizio abbreviato nell'ambito dell'indagine Double Fault condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro e tesa a colpire il traffico e il successivo spaccio di stupefacenti allestito da una vera e propria associazione per delinquere
CATANZARO - Una requisitoria senza clemenza ma molto puntuale e diretta quella del pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha chiesto 45 condanne per un totale di poco superiore ai 500 anni e a pene comprese fra 20 e 1 anno e 4 mesi di reclusione, nell’ambito del giudizio abbreviato a carico di altrettante persone coinvolte nell’operazione antidroga denominata "Double fault", condotta dalla polizia contro una presunta associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. I giudizi abbreviati proseguiranno il 19 ottobre, e poi il 4 e 11 novembre. Riprenderà il 9 ottobre, invece, il processo dibattimentale per gli ultimi 5 imputati di "Double fault", rinviati a giudizio lo scorso 5 luglio. Con l'operazione "Double Fault", portata a termine dalla Squadra Mobile di Catanzaro, sono stati sequestrati oltre un chilo di cocaina, 400 grammi di eroina, una pistola calibro 22, una pistola a tamburo calibro 38, un fucile mitragliatore Ak-47 kalashnikov e un fucile da caccia calibro 12. Le indagini, secondo quanto reso noto, hanno permesso di far luce sull'intera organizzazione che si nascondeva all’interno del quartiere Germaneto, a Catanzaro, e si avvaleva di una fitta rete di spacciatori e numerose donne che spesso occultavano la droga in carrozzine e passeggini. Gli investigatori hanno parlato di una piazza dello spaccio che poteva contare su oltre cento clienti al giorno, provenienti anche da fuori provincia, che era controllata dai rom catanzaresi, e con giovani armati di pistola a fare la guardia sulle due uniche strade di accesso. Una sorta di "fortino" che però le forze dell’ordine sono riuscite ad espugnare, piazzando telecamere che hanno ripreso le operazioni di smercio degli stupefacenti, e costruendo un impianto accusatorio confermato anche dalle dichiarazioni degli acquirenti.
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