ERA ricercato da anni e il suo nome era in cima alla lista per la Dda. Ora la sua fuga è finita. Ettore Lanzino, il superlatitante cosentino, è caduto nella rete dei carabinieri che lo hanno preso al termine di un'operazione a Commenda di Rende. Si nascondeva in una mansarda
di ROBERTO GRANDINETTI
ERA ricercato dal 2008, ma la sua latitanza è finita questa sera. Ettore Lanzino, 57 anni, il superboss cosentino, il numero uno nella lista dei personaggi a cui si dava la caccia in riva al Crati e uno dei cento più ricercati d'Italia, è caduto nella rete dei carabinieri che lo hanno preso al termine di una vasta operazione condotta dai Ros, con l'ausilio del reparto Cacciatori. Il padrino si era rifugiato in una mansarda a Commenda di Rende, nel Residence Park di via Adige: un rifugio molto spartano, con un cucinino, un bagno e poco più. Ed è lì che i militari lo hanno sorpreso nella serata di oggi. I militari hanno circondato la zona e poi hanno bussato alla porta. Sarebbe stato proprio Lanzino ad aprire e non avrebbe opposto resistenza. E' stato poi fermato anche un altro uomo, bloccato mentre portava derrate alimentari a casa del latitante: si tratta di Umberto Di Puppo, fratello di Michele, considerato boss dell'omonimo clan di Rende.
Lanzino era ricercato per quattro ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa ed omicidio. Nell’aprile scorso, inoltre, era stato condannato all’ergastolo in primo grado dalla Corte d’assise di Cosenza come mandante di due omicidi compiuti nel 1999 e inseriti nell’ambito dello scontro tra cosche di Cosenza e della zona tirrenica per il controllo degli appalti.
Sfuggì alla cattura quattro anni fa, quando scattò l'operazione Terminator contro le cosche bruzie. I pentiti lo avevano accusato di essere al vertice della criminalità organizzata cosentina insieme all'altro boss Cicero. «Cicero - ha detto Vincenzo Dedato durante un interrogatorio - era detenuto per quanto riguarda il Garden, e la stessa cosa Lanzino. Alla loro uscita diciamo, nel momento in cui hanno stretto questa alleanza. questo accordo, poi eravamo tutti, io ero già fuori, e quindi diciamo loro predisponevano a raccogliere le estorsioni diciamo nella città di Cosenza, nei vari negozi ed attività commerciali, noi invece abbiamo svolto l'attività estorsiva nei confronti delle aziende dell’autostrada». Alla domanda su chi prese la decisione di uccidere Vittorio Marchio così ha risposto Dedato: «Fu presa da Cicero, da Lanzino, c'era pure Chiodo. Poi - ha aggiunto - non erano discussioni organizzate e schematizzate, cioè ci si trovava per prendere un caffè in un bar e dice “c'è questo che da fastidio, vediamo come possiamo fare.”».
Ma il nome di Lanzino figura anche nell'inchiesta Terminator 4, quella che proprio ieri ha portato all'arresto dell'ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo e dell'ex vicesindaco Pietro Ruffolo. La stessa per la quale è stata notificata in carcere un'ordinanza anche a Michele DI Puppo, il fratello di Umberto, scoperto proprio mentre portava cibo a Lanzino.
«Con la cattura di Ettore Lanzino lo stato si riappropria del territorio di Cosenza e di Rende» ha detto all’Ansa il Procuratore della Repubblica e capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. «Il Ros ed i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza - ha aggiunto – hanno compiuto una grossa operazione. L’arresto di Lanzino non è stato certo un caso ma è il frutto di una intensa attività che andava avanti da giorni e che ci ha portato a localizzarlo nella zona dove poi lo abbiamo arrestato. Ai carabinieri ed ai colleghi della Dda che hanno coordinato l’attività va tutto il plauso per questa brillante operazione. Da parte mia c'è piena soddisfazione per questo arresto, che azzera totalmente i latitanti nella zona del cosentino».
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