martedì 10 dicembre 2013

Palermo, nuovo colpo al mandamento della Noce

Otto arresti, c’è pure un minorenne


di VINCENZO MARANNANO
PALERMO. Che ci fossero fibrillazioni, nel mandamento della Noce, lo ha dimostrato anche l’ultimo agguato, pochi giorni fa, quando due uomini in moto hanno gambizzato il padre di Mario Di Cristina, 38 anni, fedelissimo del boss Renzo Lo Nigro, già arrestato per mafia il 12 marzo scorso. Stanotte, a nove mesi esatti dall’ultima retata, gli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Palermo, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno chiuso il cerchio su altri otto presunti affiliati accusati di mafia ed estorsioni.
Tra gli arrestati c’è pure un minorenne: il suo ruolo nell’organizzazione, con tutti i dettagli del blitz, saranno delineati dagli investigatori in una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 negli uffici della Squadra mobile alla presenza del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e del questore Nicola Zito.
L’operazione di oggi, denominata «Agrìon», è in qualche modo un seguito delle inchieste Atropos (ottobre 2012) e Atropos 2 (marzo 2013) che finora hanno portato all’arresto di una cinquantina di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi. Tra queste, figurano anche gli ultimi vertici del mandamento, come Franco Picone e il suo braccio destro Fabio Chiovaro (che finirono in cella lo scorso anno con altre 40 persone) e il loro successore, Renzo Lo Nigro, arrestato a marzo.
Durante le indagini gli investigatori hanno fatto piena luce su un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore e sulla violentissima rappresaglia compiuta che ha coinvolto anche un parente della vittima, pestati a sangue a colpi di mazza per essersi rifiutati di pagare il pizzo.
Martedì scorso tra i vicoli della Noce e di Altarello due uomini armati di pistola hanno seminato il panico, raggiungendo un artigiano e sparandogli a una gamba. L’uomo, Vincenzo Di Cristina, di 56 anni, il 16 novembre aveva già subìto un avvertimento in via Scillato, davanti casa sua, dove qualcuno gli bruciò l’auto. L’allarme in Procura è scattato quando oltre ai suoi precedenti sono stati analizzati anche quelli del figlio, arrestato nella retata di marzo con l’accusa di essere l’autista di Lo Nigro.

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