
Il provvedimento è stato emesso ai sensi della normativa antimafia dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, su proposta del direttore della D.I.A. di Lecce, generale Antonio Girone, a seguito delle indagini tecnico-patrimoniali, che hanno consentito di accertare una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Giovanni Tredici e l’ingente patrimonio a lui riconducibile. L’uomo è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di tre anni.
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