
Nell'ottobre dello scorso anno, i giudici della Corte d'Assise di Agrigento (presidente Franco Messina, a latere Lisa Gatto) inflissero tre condanne all'ergastolo, una a 18 anni e decisero anche 3 assoluzioni. Il carcere a vita venne inflitto a Stefano Fragapane, 29 anni, e Giuseppe Fanara, 51 anni, entrambi di Santa Elisabetta e a Giovanni Aquilina, 60 anni, di Grotte. Diciotto anni di reclusione vennero inflitti a Salvatore Fragapane, 53 anni, di Santa Elisabetta, ex capo di Cosa nostra Agrigentina. Assoluzione per Giuseppe Brancato, di Porto Empedocle, Francesco Leto, 75 anni, di Sant'Angelo Muxaro, e Carmelo Milioto, di Santa Elisabetta, accusato di favoreggiamento.
Gli omicidi al vaglio del processo sono quelli dei fratelli Vincenzo e Salvatore Vaccaro Notte, assassinati perché si erano ribellati alle richieste della mafia, quello di Filippo Cuffaro, Salvatore Oreto e Giuseppe Alongi, eliminati per contrasti con la cosca. Al centro dell'inchiesta anche i tentati omicidi di Salvatore Grassonelli di Porto Empedocle, morto suicida in carcere, e di Silvio Cuffaro di Raffadali.
Al termine di una lunga e articolata requisitoria, il sostituto procuratore generale d'udienza Ettore Costanzo ha chiesto la conferma degli ergastoli per Stefano Fragapane, Giuseppe Fanara e Giovanni Aquilina. Ha chiesto la conferma della condanna a 18 anni di reclusine per Salvatore Fragapane, mentre per gli imputati assolti ha chiesto pesanti condanne: dieci anni per Francesco Leto e quindici anni per Giuseppe Brancato per il tentato omicidio di Salvatore Grassonelli.
Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Sciarrotta, Cacciatore, Cappello e Casalicchio, mentre il collegio di difesa è composto dagli avvocati Collura, Castronovo, Pennica, Posante e Galluzzo.
Il processo si sta celebrando dinanzi ai giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo presieduta dal giudice Battaglia, a latere La Commare
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