
I provvedimenti cautelari sono stati richiesti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce al termine di indagini che hanno consentito di fare piena luce su una fitta rete di collusioni tra professionisti, pubblici dipendenti, faccendieri e persone legate alla criminalità organizzata salentina.
L’operazione, denominata Canasta, si è sviluppata lungo due direttrici principali: quello della vendita di beni mobili, che ha avuto come soggetti principali gli organi direzionali di una società della provincia che opera in quel settore, accusati di aver turbato, più volte, il libero svolgimento delle procedure esecutive mobiliari mediante una gestione arbitraria ed impropria degli asporti dei beni pignorati e delle procedure di vendita; quello della vendita di beni immobili, dei rapporti con la criminalità organizzata, della produzione di documenti falsi e della risoluzione di problematiche legate a posizioni debitorie con l’Ente di riscossione preposto, che ha avuto come protagonista un faccendiere della provincia dalle straordinarie capacità di relazione.
Quest’ultimo ha sviluppato una moltitudine di contatti con personaggi ben inseriti nel tessuto sociale, istituzionale ed economico salentino e, successivamente, ha messo a loro disposizione le proprie conoscenze personali e professionali per agevolarne i relativi investimenti.
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