venerdì 17 giugno 2011

Truffe assicurazioni: 3 arresti, 59 denunce

ANDRIA – Alteravano incidenti automobilistici realmente accaduti o ne creavano ad hoc per incassare il risarcimento dei danni alle persone e ai mezzi: per questo tre persone sono state arrestate nel barese e 59 denunciate. Le prime dovranno rispondere di associazione per delinquere e, a vario titolo, di falsità ideologica, frode, danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. I denunciati sono accusati di favoreggiamento e concorso in frode.


Ai domiciliari sono finiti due barlettani, il titolare di un’agenzia di antinfortunistica, la Studio Car Crash, con sede ad Andria e succursale a Canosa di Puglia, Ruggiero Zingrillo, di 43 anni, e Giovanni Doronzo, medico ortopedico, di 34 anni, che lavora nell’ospedale di Canosa di Puglia; il terzo uomo arrestato è l’andriese Antonio D’Ambrosio, bracciante agricolo e uomo di fiducia di Zingrillo. Erano loro – secondo gli investigatori – la testa dell’organizzazione, insieme con la moglie di Zingrillo, barlettana di 39 anni, responsabile della sede andriese dell’agenzia.

Le indagini dei militari della Guardia di finanza sono cominciate sulla base della denuncia di un cittadino che si era visto risarcire i danni per un incidente stradale: dalla pratica aveva appreso che, in quella occasione, risultava trasportasse in auto un passeggero, a sua volta risarcito, che però egli non conosceva neppure. L’inchiesta penale è stata coordinata dalla procura di Trani ed è durata sette mesi. Sono 37 i fascicoli esaminati: essi fanno riferimento agli anni 2008 e 2009, per un ammontare di 100.000 euro di denaro che – secondo gli investigatori – è stato fraudolentemente sottratto alle assicurazioni automobilistiche.

L'astuzia, hanno spiegato gli inquirenti, stava nel non chiedere risarcimenti e non simulare sinistri per i quali i danni superassero i 5.000 euro. Per somme inferiori a questa, infatti, le assicurazioni non presentano opposizione. E questo lo sapeva Zingrillo, avendo alle spalle un passato da agente assicurativo. Il medico, pur non essendo autorizzato a visite e consulenza extra moenia, riceveva i presunti pazienti nel suo studio privato repertando – secondo gli investigatori – il falso sulle loro condizioni di salute. Ad accompagnarli era D’Ambrosio, che spesso si preoccupava anche di accompagnarli in ospedale, suggerendo posture e argomentazioni. La Car Crash, inoltre, aveva anche un pulmino col quale simulava incidenti. Quel mezzo, infatti, potendo trasportare sette-otto persone lucrava nei risarcimenti molto più di un’autovettura.

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