venerdì 3 dicembre 2010

Appalti truccati, maxi-blitz in Puglia arrestato anche il sindaco di Peschici

Appalti pilotati, 22 arresti a Peschici:

in manette sindaco e dirigenti politici
Le indagini dei carabinieri hanno evidenziato truffe ai danni del comune per un valore di 1,5 milioni di euro

ROMA (3 dicembre) - Il sindaco di Peschici (Foggia), Domenico Vecera, assieme ad altre 22 persone tra politici, dirigenti comunali, professionisti ed imprenditori di Peschici, Vico del Gargano, Foggia e Lucera sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Foggia su disposizione della magistratura di Lucera (Foggia).


Le indagini dei militari avrebbero consentito di far luce su numerosi episodi di falsi commessi dagli indagati e finalizzati sia alla realizzazione di truffe aggravate soprattutto ai danni del Comune di Peschici, che alla turbativa di gare d'appalto bandite dallo stesso ente. Il tutto per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro, pari all'attuale disavanzo di bilancio del Comune di Peschici.

In otto gestivano “gestivano” i lavori pubblici. Era un'associazione per delinquere composta da otto persone - il sindaco di Peschici, un assessore, un consigliere e un funzionario comunale e quattro imprenditori - a gestire, secondo l'accusa, gran parte dei lavori pubblici nella cittadina di Peschici, nel Gargano, affidandoli a imprese “amiche”.

Gli otto, assieme ad altre 15 persone, sono stati arrestati dai carabinieri su disposizione della procura di Lucera (Foggia). In carcere sono finiti il sindaco Domenico Vecera, l'assessore ai lavori pubblici Michele Vecera, il consigliere comunale del delega alla caccia, Giovanni Corso, il funzionario comunale Massimo D'Adduzio e gli imprenditori Francesco Del Buono, di 49 anni, Rocco Caputo, di 52, Domenico Martella, di 48, e Giovanni De Nittis, di 32. Sono accusati di aver preso parte a un'associazione per delinquere finalizzata alla spartizione degli appalti pubblici, alla corruzione e alla truffa ai danni del Comune tra il 2008 ad oggi.

Nove appalti pilotati. Secondo la magistratura di Lucera, gli indagati avrebbero pilotato nove appalti pubblici che ogni volta venivano affidati con procedura d'urgenza, per fare in modo che aziende vicine agli amministratori comunali indagati si aggiudicassero i lavori. Tra questi vi è il rifacimento e la messa in sicurezza delle strade danneggiate dal rogo che nel luglio del 2007 distrusse gran parte della vegetazione che sorgeva attorno a Peschici. Ma ci sono anche i lavori per il taglio e lo sgombero di alberi pericolanti, la gara per la fornitura di gasolio agli uffici del Comune, quella per la costruzione di loculi nel cimitero, fino alla manutenzione del grottone di Manaccora.

Reati contestati: da associazione per delinquere a truffa aggravata. I 23 arrestati (11 in carcere, gli altri ai domiciliari) vengono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, falso ideologico, corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata, corruzione, tentata estorsione aggravata ai danni del comune di Peschici, nonché alla realizzazione di numerosi atti pubblici ideologicamente falsi. Le indagini sono state avviate dopo una serie di esposti a carico della Cooperativa sociale Omnibus riconducibile - secondo l'accusa - all'assessore Michele Vecera, all'architetto Massimo D'Adduzio, al sindaco Domenico Vecera e al consigliere comunale Giovanni Corso. Agli arresti sono finiti anche il comandante della polizia municipale di Peschici e Carpino, Vincenzo Losito e i vigili urbani di Peschici, Vincenzo Pio Verderame e Emilio Costanzo, accusati tutti e tre di falso in atti pubblici.

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