Sorpreso da un agente sulle scale del palazzo, l'uomo
ha puntato l'arma, ma il grilletto si è inceppato. Poi la fuga,

«Non so che dire, la sensazione è che quella persona stesse aspettando il mio ritorno a casa - dice Belpietro, sotto scorta da otto anni - E se il mio caposcorta avesse preso l'ascensore per scendere, e non le scale, non so come sarebbe andata. Il mio caposcorta mi aveva accompagnato all'uscio di casa come al solito. Ci siamo salutati, ma lui poi mi ha spiegato che, invece di prendere l'ascensore, ha preferito scendere le scale per fumarsi una sigaretta. Sulla rampa tra il quinto e il quarto piano, pochi gradini sotto il mio pianerottolo, si è imbattuto in questa persona che pare indossasse una camicia simile a quella usata dai militari della Guardia di finanza, ma su pantaloni di una tuta. Questo signore, senza pronunciare una parola, ha puntato l'arma sul poliziotto, ma il grilletto si è inceppato. Il mio caposcorta ha fatto fuoco e lo sconosciuto è scappato. Io ero già entrato in casa, ma non avevo ancora chiuso la porta. Appena ho sentito uno sparo, seguito da altri due ho subito capito che stava accadendo qualcosa di grave. Mi sono girato di scatto e ho visto il poliziotto prima ripararsi dietro a un angolo e poi partire all'inseguimento di quel malvivente. Certo che se avessero bussato alla mia porta, poco dopo che mi avevano accompagnato, avrei aperto e non so come sarebbe andata a finire. Non chiudo mai la porta a chiave ma solo con lo scatto della serratura. E se avesse suonato, vedendo la casacca della Guardia di Finanza dallo spioncino, avrei aperto senza nulla sospettare».
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