L'ordine chiesto dai pm Curcio e Woodcock che seguono l'indagine sulla cosiddetta P4
Luigi Bisignani è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare su richieta della Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. Da quanto si è appreso, l'ipotesi di reato per il noto uomo d'affari è quella di favoreggiamento in relazione alla rivelazione di notizie coperte da segreto. Il Gip ha concesso a Bisignani gli arresti domiciliari.
L'arresto è stato disposto nell'ambito dell'inchiesta sulla P4, l'indagine condotta dai pm della Procura di Napoli Francesco Curcio e Henry John Woodcock che cerca di fare luce su un sistema informativo parallelo, quella che per i magistrati potrebbe essere una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla gestione di notizie riservate, appalti e nomine, in un misto, secondo l'accusa, di dossier e ricatti, anche attraverso interferenze su organi costituzionali.
Oltre alla gestione di notizie riservate, l'inchiesta intende chiarire ogni aspetto in merito ad appalti, nomine e finanziamenti. Bisignani - considerato vicino ai sottosegretari Gianni Letta e Daniela Santanché - è stato ascoltato dai magistrati napoletani all'inizio di marzo.
Indagato anche il parlamentare Alfonso Papa (Pdl)
Il parlamentare del Pdl, Alfonso Papa, è indagato per concussione nell'ambito dell'inchiesta napoletana del P4. Nei suoi confronti il Gip Giordano, accogliendo la richiesta dei pm Woodcock e Piscitelli, starebbe per inoltrare una richiesta alla Camera. Papa, ex magistrato, avrebbe offerto, stando alle intercettazioni, "protezione giudiziaria" vera o presunta, nonchè informazioni sulle indagini che riguardavano i suoi intelocutori, per lo più imprenditori e finanzieri. Le notizie riservate che si sarebbe procurato, in pratica, le utilizzava per avanzare "indebite pretese e indebite richieste". Dalle conversazioni, secondo quanto si è appreso, emergerebbero perfino episodi di ricettazione di Rolex da lui compiuti.
Le contestazioni a Brisignani della Procura
L'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Luigi Bisignani, nell'ambito dell'inchiesta sulla P4, è stata emessa in relazione a tre capi d'imputazione in cui sono contestati i reati di favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio. L'indagine riguarderebbe l'acquisizione illegale di notizie riguardanti due procedimenti giudiziari, il primo condotto dalla magistratura di Napoli nei confronti della commercialista Stefania Tucci, amica di Bisignani. Il secondo si riferisce a un'inchiesta su Finmeccanica svolta dalla Procura di Roma. Per quanto riguarda la vicenda Tucci, il magistrato e parlamentare Alfonso Papa - secondo l'accusa - avrebbe acquisito e rivelato la notizia della esistenza di una richiesta di misura cautelare nei confronti della professionista.
L'Italia delle società segrete: dalla P3 alla P4
Appalti, nomine pubbliche e ricatti: quando la storia si ripete
Dalla scoperta della P2 di Licio Gelli sono passati ormai trent'anni. E una legge, l'Anselmi, che ha bandito ogni organizzazione segreta. Eppure da due anni a questa parte le indagini di due Procure (di Roma e di Napoli) si sono concentrate sull'esistenza di nuovi circoli occulti, ribattezzati P3 e P4, finalizzati ad ottenere indebiti vantaggi (appalti, nomine, fianziamenti) tramite lo scambio di favori.
La Loggia P3
Il caso nasce nel 2010, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma sugli appalti per l’eolico che porta in carcere l’imprenditore Flavio Carboni, il geometra Pasquale Lombardi e il costruttore Angelo Martino. Nel registro degli indagati, per associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete, finiscono anche il senatore del Pdl Marcello dell’Utri, il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, il coordinatore del Pdl Denis Verdini e l’ex assessore all’avvocatura della Regione Campania, Ernesto Sica. La loggia, guidata da Carboni, oltre a consorziarsi per bypassare la concorrenza nella vittoria di appalti pubblici avrebbe anche progettato di influenzare i giudici della Corte Costituzionale incaricati di pronunciarsi sul Lodo Alfano. Carboni, Lombardi e Martino, avrebbero tentato persino di avvicinare i magistrati della procura di Firenze che stavano indagando sui Grandi Eventi e sugli appalti legati al G8. Secondo gli inquirenti, il gruppo «per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell'ambiente della politica e della magistratura» utilizzava l'associazione culturale «Centro studi giuridici per l'integrazione europea Diritti e Libertà» di Lombardi.
E la Loggia P4
E’ il nome dato ad una presunta associazione segreta sulla quale sta indagando la Procura di Napoli dalla scorsa estate. Il suo scopo sarebbe quello di “interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali e di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo”. L’inchiesta è condotta da due pm di Napoli, Francesco Curcio e Herny John Woodcock secondo i quali i membri dell’associazione si scambiavano favori nell’assegnazione di appalti, di nomine e di finanziamenti. Tra gli indagati ci sono un poliziotto di un quartiere di Napoli ed Enrico La Monica, maresciallo nella sezione anticrimine dei carabinieri di Napoli. I pm ritengono che La Monica abbia rivelato “in più occasioni notizie coperte da segreto, anche attinte da altri appartenenti alle forze dell’ordine”. Gli ultimi a finire nel registro degli indagati sono Luigi Bisigani, giornalista e consulente aziendale, da molti considerato come il personaggio chiave della vicenda, arrestato per l'ipotesi di favoreggiamento in relazione alla rivelazione di notizie coperte da segreto, e il parlamentare Pdl Alfonso Papa. Secondo gli inquirenti La P4 sarebbe un sistema informativo parallelo, creato allo scopo di avere notizie riservate su appalti e nomine. Con ogni mezzo: dal dossieraggio clandestino al ricatto, anche attraverso organi costituzionali. Quello di appalti pilotati è la parte più delicata sulla quale i sostituti procuratori napoletani, coordinati dal procuratore aggiunto, Francesco Greco, stanno lavorando. La "cricca" avrebbe agito sostanzialmente in due modi. Da un lato, acquisendo negli ambienti giudiziari napoletani informazioni riservate e secretate relative a delicati procedimenti penali in corso. Dall’ altro, raccogliendo dati sensibili sulle alte cariche dello Stato. Informazioni e notizie che poi sarebbero state utilizzate in modo "illecito" con lo scopo di ottenere "indebiti vantaggi". Mesi fa anche il direttore de L’avanti, Valter La Vitola era satto interrogato come teste riguardo alla faccenda legata alla casa di Montecarlo de presidente dela Camera Fini. Ad insospettire gli inquirenti sarebbero stati alcuni scoop messi a segno dalla testata.
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