
Nell’operazione sono impegnati circa 300 militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari, che stanno eseguendo anche una sessantina di perquisizioni domiciliari e locali. Le indagini condotte dalla Gdf e dalla procura di Bari hanno consentito di portare alla luce un sistema di corruzione, utilizzato per pilotare sentenze relative a processi tributari che erano scaturiti da verifiche fiscali effettuate dalla Guardia di Finanza. Un sistema che avrebbe garantito un esito favorevole ai contribuenti, causando un danno all’Erario per oltre 100 milioni. Nel corso dell’operazione i militari del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle hanno anche sequestrato beni mobili e immobili per un valore di mercato pari a circa 200 milioni tra cui complessi aziendali, appartamenti e terreni.
Le persone arrestate dalla Guardia di finanza di Bari nell’ambito di un’indagine sulle sentenze delle commissioni tributarie provinciale e regionale sono finite quattro in carcere e 13 ai domiciliari: sono perlopiù accusate di corruzione. Sono ora in corso 60 perquisizioni domiciliari e in studi privati. Tra le persone coinvolte figurano funzionari delle commissioni tributarie regionale e provinciali, avvocati, commercialisti e imprenditori.
Tra i nomi dei 17 arestati compare anche quello di Donato Radogna, notissimo commercialista di Bari e consigliere comunale eletto nelle liste del centrodestra ma poi confluito nella maggioranza del sindaco Emiliano.
UNDICI TANGENTI PAGATE
Sono almeno undici, secondo l’accusa, le tangenti che sono state pagate per pilotare le sentenze della Commissione tributaria regionale della Puglia. Dalle indagini della Guardia di finanza, che stamani ha arrestato 17 persone, emerge che le tangenti erano relative al pagamento di somme di danaro (anche da 500 euro), all’acquisto di televisori, e al conferimento di nomine in collegi sindacali.
I provvedimenti restrittivi sono stati notificati ad un giudice tributario (che esercita la professione di commercialista), a dieci commercialisti, ad imprenditori e a funzionari amministrativi e di sezione della Commissione. L'inchiesta, a quanto si apprende, ha svelato l’esistenza di un sistema criminale, parallelo a quello legale, che consentiva di 'sanare' i contenziosi tributari.
INDAGATI 6 GIUDICI TRIBUTARI
Sono sei i giudici tributari indagati dalla Procura di Bari nell’indagine sul pagamento di presunte tangenti per aggiustare sentenze della Commissione tributaria regionale. Un solo giudice dei sei magistrati onorari indagati, il commercialista barese Oronzo Quintavalle, è stato arrestato. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola su richiesta del pm inquirente, Isabella Ginefra.
Delle 17 ordinanze di custodia cautelare eseguite nell’inchiesta sulle sentenze pilotate nei procedimenti tributari, 13 prevedono il beneficio degli arresti domiciliari, quattro il carcere. Oltre al giudice tributario Oronzo Quintavalle (detto Sandro), dottore commercialista e presidente di una delle commissioni finite sotto inchiesta, in carcere sono stati rinchiusi Gianluca Guerrieri, Michele Di Fronzo e Franco Balducci, anch’essi dottori commercialisti.
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