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giovedì 9 giugno 2011
Napoli, maxisequestro di sigarette cinesi «Nocive e vendute anche in tabaccheria»
NAPOLI - Una maxi operazione della Guardia di Finanza di Napoli, al termine di indagini coordinate dalla Dda, ha consentito di sgominare un'organizzazione italo-cinese specializzata nella contraffazione. Ventinove persone sono state arrestate, beni per oltre 10 milioni di euro sono stati sequestrati insieme a mezzo milione di prodotti contraffatti, tra cui 110 tonnellate di sigarette di contrabbando.
Secondo quanto emerso, le sigarette, con il sigillo di Stato contraffatto, erano particolarmente pericolose per la salute perché contenevano catrame in misura notevolmente superiore a quella consentita.
All'alba i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno così dato esecuzione a 29 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di un sodalizio criminale italo-cinese dedito all'importazione dalla Cina di capi di abbigliamento contraffatti ed al contrabbando internazionale di sigarette.
Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno consentito di sequestrare oltre 110 tonnellate di sigarette di note marche, e circa mezzo milioni di articoli contraffatti di griffe famose provenienti dai principali porti della Repubblica popolare cinese attraverso container. Sequestrati beni per un valore di oltre 10 milioni di euro tra cui 13 immobili, 6 auto, 5 società, 4 polizze assicurative e 33 tra rapporti bancari e postali.
La banda sgominata è accusata di avere importato in Italia capi di abbigliamento contraffatti, ma soprattutto tonnellate di sigarette contraffatte Philip Morris prodotte in Cina alle quali erano stati poi applicati falsi contrassegni dei monopoli di stato. Proprio questa circostanza induce gli investigatori a ritenere che le sigarette - molto più ricche di catrame delle altre, come è emerso da una perizia - venissero vendute nelle tabaccherie e non solo sulle bancarelle.
I rischi per la salute sono sottolineati nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Oriente Capozzi su richiesta del pm Cesare Sirignano, della Dda, che ha coordinato le indagini: «Le consulenze sulle sigarette sequestrate (perizia tecnica eseguita in data 18 luglio 2008 dalla Philip Morris International) consentivano di accertare la contraffazione del logo del monopolio di Stato e di rilevare un tasso di nocività del tabacco superiore a quello delle sigarette commercializzate legalmente».
Le sigarette, è stato accertato nel corso delle indagini, venivano prodotte in quattro stabilimenti cinesi assieme a capi d'abbigliamento e scarpe. La banda, affermano gli inquirenti, aveva «appoggi all'interno delle dogane di funzionari e di spedizionieri finalizzati ad agevolare l'introduzione dei tabacchi e dei prodotti contraffatti anche attraverso la predisposizione di documentazione falsa ed a sventare eventuali sequestri e controlli con una preventiva informazione sulle strategie di contrasto adottate dalle forze dell'ordine in un determinato periodo o contesto».
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