CATANIA - "Io sono sereno, ma ho una vita agitata", anche perché "le accuse contro di me non stanno in piedi"; comunque "se dovesse andar male, io non mi farò rinviare a giudizio". E' la posizione del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, sull'inchiesta Iblis della Procura di Catania in cui è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il governatore ribadisce di "non volere rimanere impantanato in un lungo processo", ma lo vuole veloce; e per questo ribadisce che in caso di richiesta di rinvio a giudizio potrebbe chiedere il ricorso al rito alternativo del giudizio immediato. "Così - spiega in una intervista al nostro quotidiano - si affidano le cose a un collegio di tre giudici che fanno un dibattimento che può durare 6 mesi o un anno".
Lombardo affronta anche il tema dell'appoggio del Pd al suo governo e nega l'ipotesi di una sua autosospensione da governatore con la giunta che resta in carica, bollandola come "una cosa che non ha senso. D'altronde nel Pd lo statuto rigoroso parla di sospensione in caso di rinvio a giudizio, non di richiesta di rinvio a giudizio".
Il governatore ha riferito le parole di Silvio Berlusconi nel recente incontro a Palazzo Grazioli. "Ho chiesto ai miei di fare l'impossibile per recuperare Casini e te", avrebbe detto il premier a Lombardo. "Gli amici di Berlusconi da qualche tempo a questa parte sono stranamente disponibili e lo sono di più dopo questa botta che hanno avuto ai ballottaggi. Se Alfano impone una linea di moderazione per il recupero di alcune frange - ipotizza il presidente della Regione - le cose si possono aggiustare, altrimenti il Pdl va a sbattere perché Berlusconi si è lasciato prendere la mano da troppi falchi. Per esempio era il caso di imporre Cosentino come coordinatore regionale in Campania?".
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