La tecnologia 3D per serbare la memoria, metabolizzare il dramma del terremoto, porre punti fermi alla volontà di ricostruire. E' tutto questo il progetto 'Noi, L'Aquila' (www.noilaquila.it), che adesso è arrivato a una svolta: è stato donato oggi, da Google, al Comune dell'Aquila e all'Anfe (Associazione nazionale famiglie emigrate).
E' partita come un'idea dell'architetto inglese Barnaby Gunning. Un modello tridimensionale della città, per mostrare su larga scala l'entità dei danni prodotti dal sisma sulla città e agevolare le attività di ricostruzione. Qualunque utente può partecipare all'opera, secondo la filosofia del "crowdsourcing" (la stessa alla base di Wikipedia).
E' possibile farlo con software gratuiti di modellazione, Google SketchUp e Google Modellatore di Edifici 3D. Sul sito dell'iniziativa è spiegato come usarli. Ad oggi sono circa 600 gli edifici virtualmente ricreati, pari al 50 per cento di quelli presenti nel centro storico. Finora è stato Google a gestire il tutto, mentre da oggi la palla passa ad Anfe. Google continuerà a promuovere l'iniziativa in Italia e all'estero.
Nel medio o lungo periodo la mappa 3D si rivelerà utile anche per guidare la ricostruzione reale della città, forse. Nell'immediato è però certo uno strumento della memoria e dell'identità. Per aiutare la società ferita dal terremoto a metabolizzarlo. Noi l'Aquila sta sviluppando nuove funzioni, del resto, e permette adesso anche di condividere un'esperienza o una memoria legata a L'Aquila, da cittadino o da visitatore. Immagini, racconti, video o testi. Popoleranno di ricordi la mappa 3D.

L'idea di 'Noi l'Aquila' parte subito dopo il sistema del 2009, come spiega il sindaco Massimo Cialente: "Avevo illustrato ai miei collaboratori l'idea di creare una finestra sul web per far conoscere la città dell'Aquila, com'era e com'è, e per promuovere i suoi principali monumenti, allo scopo di incentivare un contributo alla ricostruzione da parte della comunità nazionale e internazionale". "All'epoca, però, non avevamo né i mezzi né le risorse per poterla realizzare. Restò un sogno nel cassetto, direi un'opportunità mancata", continua. "Poi è arrivata questa iniziativa e la proposta, da parte di Google, di condividerla e lavorarci insieme". Cialente la definisce "un ponte tra noi e il futuro, passando per una memoria comune fatta di emozioni e di ricordi, che sono poi la base della nostra identità e del nostro ritrovarci come individui e come collettività
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