
Le fiamme gialle hanno individuato un particolare sistema di frode che consisteva nella simulazione di incidenti stradali, in realtà mai avvenuti, attraverso la produzione e l’utilizzo di documentazione ideologicamente falsa, l’impiego di autovetture già danneggiate e prossime alla demolizione, nonchè di passeggeri feriti da risarcire, in realtà inesistenti.
Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno anche individuato un uomo che stipulava contratti con società finanziarie utilizzando le generalità di un’altra persona ignara di quanto accadeva. L’ammontare della truffa supererebbe i 100mila euro.
C'è anche una donna di 65 anni, che ha dichiarato di aver avuto un incidente stradale mentre impennava la moto Suzuki 1000 di cilindrata che guidava, tra le 79 persone denunciate per i falsi incidenti a Taranto finalizzati a truffare le assicurazioni. È questa una delle assurdità emerse nel corso dell'indagine che ha spinto gli investigatori ad approfondire il contenuto delle denunce di quelli che si è poi accertato essere falsi incidenti stradali. Il curioso retroscena della 65/enne motociclista è stato raccontato nel corso della conferenza stampa tenuta dal colonnello Nicola Altiero, comandante provinciale della Guardia di Finanza. L'anziana aveva riferito di essere rimasta coinvolta nel sinistro scontrandosi con un'auto mentre percorreva una via cittadina in sella alla sua moto.
La sessantacinquenne - in base a quanto emerge dalle denunce relative ai falsi sinistri stradali - al momento dell'impatto stava impennando con la moto, ma aveva il diritto di precedenza. Gli investigatori ritengono di aver individuato un'organizzazione criminosa dedita alle truffe alle compagnie assicurative e alle finanziarie. A sei indagati, componenti di uno stesso nucleo familiare, viene contestata l'associazione per delinquere. Gli altri rispondono di concorso esterno nel reato associativo e di singoli episodi di truffa.
L'indagine è stata avviata dopo la denuncia di una ragazza, militare della Marina, che si era vista recapitare, dopo aver interrotto una relazione sentimentale con un pregiudicato indagato nell'inchiesta, bollettini per finanziamenti mai richiesti, ed aveva appreso dell'aumento dei premi assicurativi per la sua auto per incidenti in cui non era stata coinvolta. Gli inquirenti hanno scoperto che uno degli indagati risultava intestatario di 15 auto per le quali era stato richiesto il risarcimento danni per sinistri stradali e che ricorrevano sempre gli stessi nomi nei documenti presentati alle assicurazioni per la liquidazione del danno. Le compagnie truffate sono una quindicina.
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