venerdì 12 novembre 2010

Nasce a Roma la Stazione unica degli appalti contro le infiltrazioni mafiose

La nuova struttura, annunciata a palazzo Valentini, in presenza del ministro Maroni, prevede il concorso di prefettura, provincia, comune e amministrazioni territoriali


 
Contro la possibile infiltrazione delle mafie nell'attività delle amministrazioni locali, la provincia di Roma e Roma capitale lanciano la stazione unica appaltante, uno strumento che affiancherà gli enti pubblici nelle procedura delle gare a tutela della trasparenza e della legalità. È l'iniziativa promossa in occasione del vertice che si è svolto oggi nella sede della provincia di Roma, in presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni, del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, del prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro, del presidente della provincia Nicola Zingaretti, del sindaco Gianni Alemanno, dei vertici delle Forze dell’ordine e dei sindaci di molti comuni.


Nel corso della conferenza stampa al termine dell’incontro, il prefetto Pecoraro ha annunciato che la nuova struttura, che si avvarrà del concorso di tutte le istituzioni territoriali, «non sarà costituita prima della fine dell'anno, anche per consentire ai comuni di aderirvi», sottolineando, inoltre, che non toglierà poteri agli enti locali, ma si limiterà a «predisporre capitolati unici per le singole opere pubbliche». Ha poi aggiunto che «sarà composta da consulenti a disposizione dei comuni, dirigenti dei lavori pubblici a livello statale e provinciale».

Questo consentirà di tenere lontane le procedure dal territorio di riferimento, ma il comune di Roma individuerà il responsabile unico del procedimento e del presidente della commissione ggiudicatrice degli appalti.

La struttura servirà tutti i comuni della provincia aderenti ma non quello della capitale, che, come ha precisato il sindaco Alemanno, «sta predisponendo una struttura analoga al suo interno». Il Campidoglio potrà comunque avvalersene mediante una convenzione specifica con la prefettura.

«Quello che preoccupa nella capitale - ha sottolineato il primo cittadino - non sono tanto le opere pubbliche quanto l'intromissione della criminalità organizzata nell'economia attraverso esercizi commerciali e aziende del terziario». «Occorre – ha proseguito – un lavoro congiunto con prefettura e Camera di commercio per monitorare transazioni e operazioni sospette».

Secondo Alemanno occorre inoltre vigilare «sul ciclo dei rifiuti, che nel Lazio e a Roma sta per avere una grande trasformazione e potrebbe essere terreno per infiltrazioni».

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